Estate 1990. Mia madre di spalle, in 16:9, una spiaggia che sembra non finire mai e invece poi diventa una scogliera. La ricostruzione dei luoghi dello sbarco e il volo di un gabbiano. Tutto concentrato in due minuti, perché oltre si sa, che ci rompiamo le palle.
Incrociamo nel corridoio l'altro dei miei Adorabili Nipotini, dall'apertura alare molto più modesta del primogenito e probabilmente maschio, a giudicare dall'assenza di orecchini e fiocchetti. Ci sorpassa esibendosi in un movimento piuttosto complesso, che ricorda la locomozione dei quadrupedi, in particolare quella di coccodrilli e altri rettili, solo che lui appoggia a terra il ginocchio invece degli artigli o dell'omologo arto inferiore e, ovviamente, è privo della grazia conferita da una lunga coda zigzagante [...] Ma le sorprese non finiscono qui: di colpo si ferma, si accuccia sul culone gigante che esplode nella calzamaglia blu, guarda in alto e ci rivolge una smorfia che assomiglia misteriosamente al sorriso umano.
Orrore: non ha i denti.
Assalito dal ribrezzo, cerco di ignorarlo e lo scavalco. Mia cognata, invece, che deve esserci abituata, senza manifestre alcun segno di disgusto si china e solleva l'essere che, esibendosi in un lieve applauso apparentemente ingiustificato, dimostra già chiari sintomi di scarsa intelligenza
Autentico precursore del post-rock e acceso fautore della corrente elettrica, nel 1997 Meconio fa parte dell'Ottimo Duo Negro, con il quale incide il seminale "L'Uomo Supposta". Dal 2002 al 2003, è redattore capo della nota testata La Vulva Retrattile.
Esiliato in Piemonte in circostanze da chiarire, dirige oggi, a tempo pieno, la piccola orchestra del Difficili Equilibri Sulle Rapide.
Vive prevalentemente di stenti, contemplando la sua inarrivabile bellezza.